Il Grande e Potente Oz

E’ nei primi decenni del ‘900 che Frank L. Baum ha dato origine in forma letteraria all’imponente immaginario del regno di Oz e, dopo varie trasposizioni cinematografiche, il regista Sam Raimi sceglie sì di ispirarsi all’origine ma lo fa attraverso una chiave di lettura del tutto inedita che, di fatto, si costituisce tramite una sceneggiatura di libera interpretazione che pare essere prequel della storia già narrata.

Strutturata da Mitchell Kapner e David Lindsay-Abaire la narrazione mette lo spettatore di fronte alle origini immaginifiche del potente Mago di Oz che qui si presenta nelle vesti di un truffatore mediocre a cui interessa unicamente raggiungere i propri scopi. Insomma quanti credevano di trovarsi di fronte ad un remake dei film del passato dovranno ricredersi ed aprire la propria mente ad un mondo fantasioso del tutto nuovo e per lunghi tratti inedito.

Con Il Grande e Potente Oz Raimi confeziona quello che è il suo personale omaggio alla settima arte e lo fa non soltanto sfruttando citazioni e rimandi ma soprattutto utilizzando quei “trucchi” cinematografici che svelano il potere immaginifico del cinema stesso. Il film si muove tra spettacolari effetti speciali ed è proprio la particolare attenzione per l’apparato visivo che si configura come uno dei suoi aspetti meglio riusciti.

Se le note positive sono senz’altro la capacità di affascinare il pubblico con ambientazioni in continua trasformazione ed esplosioni ora di colori vivi ora di toni che si fanno più cupi e gotici, Il Grande e Potente Oz pecca di una non spiccata originalità ed un ritmo che non riesce a mantenersi sempre costante forse anche a causa di aspetti ripetitivi. Nel complesso il nuovo film di Sam Raimi si presenta come una pellicola ben strutturata capace di assicurare spettacolarità, divertimento e attesa in ogni tipo di pubblico.