Ultimatum alla Terra

E’ ormai cosa nota che i remake spesso non riescano a centrare il loro obiettivo, anzi la maggior parte delle volte risultino essere una cattiva rappresentazione del già visto perdendo di vista la vera essenza dei propri predecessori.

Se nel 1951 l’uscita nelle sale di Ultimatum Alla Terra del regista Robert Wise fu un vero e proprio successo, e la pellicola divenne in poco tempo un cult del genere fantascientifico, il rifacimento di Scott Derrickson arrivato nei cinema nel 2008 pare essere un tentativo mal riuscito di ridare vita e smalto ad un film di indubbio spessore.

Derrickson opta per la messa in scena di una sceneggiatura interamente costruita sull’originale e che quindi riporta sul grande schermo gli stessi personaggi e le stesse vicende perdendo tuttavia in corso d’opera la retta via. Ultimatum alla Terra vanta un’ottima fotografia che si sviluppa tra toni scuri ed in parte apocalittici per poi porre in primo piano la componente moralistica volta alla riflessione sulla preservazione del nostro pianeta.

Al di là di questi singoli aspetti positivi il film non riesce a trovare una sua dimensione ed anzi in particolar modo nella sua seconda parte si perde in semplicistiche rappresentazioni che nulla di nuovo o spettacolare aggiungono all’originale.