Will Hunting – Genio ribelle

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Voto della redazione

titolo originale: Good Will Hunting

nazione: USA

anno: 1997

durata: 123'

genere: Drammatico

regia:

cast: Robin Williams, Matt Damon, Ben Affleck, Stellan Skarsgård, Minnie Driver, Casey Affleck, Cole Hauser, George Plimpton, John Mighton, Rachel Majowski, Francesco Clemente, Colleen McCauley

produzione: Lawrence Bender

distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1998) - CECCHI GORI HOME VIDEO.

sceneggiatura: Ben Affleck, Matt Damon

montaggio: Pietro Scalia

fotografia: Jean-Yves Escoffier

musiche: Danny Elfman

Trama Will Hunting – Genio ribelle

All’Institute of Technology del Massachussets insegna un luminare matematico conosciuto in tutto il mondo:il prof. Lambeau. Il professore propone su una lavagna un problema molto complesso e dà un anno di tempo ai suoi allievi per risolverlo. La mattina dopo il problema è risolto. La cosa si ripete pochi giorni dopo. Il genio è Will Hunting, il ragazzo addetto alle pulizie. Will vive solo, ha un gruppo di amici fedeli, è anarchico e violento, non si fida di nessuno. Però ha un’intelligenza inverosimile. Tutto ciò attira l'attenzione del prof. Lambeau, che comincia a seguire Will fin quando il ragazzo, arrestato dopo l'ennesima rissa in un bar, viene condannato alla prigione. Lambeau interviene e ottiene la libertà, promettendo al giudice di affidarlo, per un adeguato trattamento, ad uno psicologo. Will viene rintracciato e affidato a diversi psicologi, tutti letteralmente distrutti, finché si arriva a Sean che trova il modo per entrare nella complessa personalità del ragazzo...

Recensione Will Hunting – Genio ribelle

E’ una storia affascinante quella di Will Hunting – Genio Ribelle (Good Will Hunting), un film,che attraverso un filo sottile collega le profondità psicologiche e umane dell’ individuo (Will) immerso in  un sistema sociale che non perdona. Matt Damon e Ben Affleck  nel 1992, sul set del film “Scuola d’onore”, decidono di scrivere il soggetto per un lungometraggio, “Will Hunting – Genio ribelle” . Cinque anni più tardi il film, che gli frutterà l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, è diretto da  Gus Van Sant, nominato come miglior regista all’Oscar, nel 1998.

Film  che esula dalla abituale linea indipendente del regista che, con Genio ribelle,  firma la sua opera più classica. Nel film il regista analizza in modo profondo il rapporto introspettivo paziente/psicologo: tra i due nasce subito un rapporto sincero e concreto basato sul dialogo, dove il professore, oltre che ad analizzare mette in gioco se stesso raccontando fatti della vita privata non tralasciando attriti verbali. Ruolo già conosciuto per  Robin Williams, che per la seconda volta “indossa” i panni di un maestro” (la prima volta è in L’attimo fuggente (1989) di Peter Weir). In questo film Williams si lascia trasportare, si tende verso “il prossimo” rendendo la propria partecipazione emotiva quasi palpabile. Il film, interessante e coinvolgente, diventa emotivamente più travolgente per lo spettatore nel momento in cui Will (Matt Demon) si apre e riesce a trasmettere quello che sente.

Il concetto di umanità lo si può accarezzare in ogni dialogo tra prof. Lambeau e Will dove il risultato è un inno alla vita vissuta come straordinaria esperienza da godere giorno per giorno, nelle piccole cose o nelle grandi, scevra dalle imposizioni del “dover essere”. Tutto ciò, viene intensificato dalla fotografia di Jean-Yves Escoffier (sua anche quella de Il corvo 2), che con l’uso di colori vivaci ma tenui sottolinea tale inquietudine e allo stesso tempo conferisce elasticità e freddezza al film. Affascinante e delicata la colonna sonora che guadagna una  doppia nomination sia come miglior colonna sonora drammatica che come miglior canzone (la bella “Miss Misery” di Elliott Smith).

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Regista & Filmografia


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