Thor

Giochi di potere, tradimenti, conflitti personali, questo e molto altro ancora accompagnano la comparsa sul grande schermo dell’ennesimo supereroe della Marvel. Gli elementi per la creazione di kolossal di matrice shakespeariana ci sono tutti in potenza ma è nell’atto che Thor sembra perdere la sua forza a partire dalla scarsa originalità che lo contraddistingue ed un inutile impiego del 3D.

Sebbene curata in ogni suo dettaglio, la regia affidata a Kenneth Branagh non compie quell’ulteriore salto qualitativo, soprattutto dal punto di vista contenutistico, che avrebbe fatto di Thor un film sicuramente degno di nota. Note positive sono una scenografia impeccabile nel riprodurre in particolar modo il mistico mondo degli Asgard ed un buon ritmo che si accompagna ad una sceneggiatura curata.

Chris Hemsworth è perfetto nel vestire i panni di Thor grazie soprattutto alla prestanza fisica e, sebbene l’intero cast attoriale svolga al meglio il proprio compito, a brillare è senza dubbio l’interpretazione di un sempre perfetto Anthony Hopkins che perfettamente incarna l’eterna alternanza tra drammi privati e responsabilità del potere che attanagliano Odino.

Tra battaglie e scontri di ogni tipo, Thor procede lungo il filo conduttore del rapporto di amore e odio che lega due fratelli, dei conflitti tra padre e figli, per poi procedere verso la comprensione dell’umiltà e del vero senso si fedeltà ed appartenenza.

Nonostante qualche piccolo difetto di sorta, che si traduce soprattutto nella rappresentazione di un supereroe che non riesce ad andare oltre caratteristiche già conosciute, Thor si presenta come una pellicola piacevole che ha il merito di riscoprire l’ennesimo celebre personaggio Marvel creato dalla penna di Steen Lee, Larry Lieber e Jack Kirby.