titolo originale: 25th hour
nazione: U.S.A.
anno: 2002
durata: 134'
genere: Drammatico
regia: Spike Lee
cast: Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Barry Pepper, Rosario Dawson, Anna Paquin, Brian Cox, Tony Siragusa
produzione: 40 Acres and a Mule Filmworks, Gamit Films, Industry Entertainment, Touchstone Pictures
distribuzione: Buena Vista
sceneggiatura: David Benioff
montaggio: Barry Alexander Brown
fotografia: Rodrigo Prieto
musiche: Terence Blanchard
data di uscita: 18-04-2003
Ispirandosi all’omonimo romanzo di David Benioff, da cui prende il nome il film, e mettendo da parte per una volta la questione razziale che tanto sta a cuore al regista, Spike Lee firma quello che forse può essere definito come uno dei suoi film più impegnati e meglio riusciti. Attraverso la storia Monty è narrata quella di un’intera città: New York, tragicamente colpita e sanguinante, prende vita attraverso lo scorrere di ogni singola immagine, inquadratura ed interpretazione.
Attraverso una sapiente alternanza di campi e controcampi emerge e si cristallizza non soltanto l’esistenza del protagonista a cui rimangono appena 24 ore di libertà, i suoi dubbi ed interrogativi, ma anche il senso di vuoto, di straniamento che stagna tra le strade di una città ancora incredula. La 25ª Ora è il primo film che immortala l’America dopo gli attacchi dell’11 settembre, che porta sullo schermo cinematografico il primo fermo immagine di ground zero, delle luci volte al cielo a sostituire le Twin Towers: maestosa è l’inquadratura che si staglia e prende forma dietro le finestre dell’appartamento del brocker nel corso di un dialogo che è presa di coscienza. Indimenticabile la scena del monologo allo specchio: un Edward Norton impeccabile rivolge una carrellata di “fuck you” alle svariate etnie che compongono la città per poi rivolgere su se stesso l’agghiacciante analisi capendo di essere il solo responsabile delle proprie azioni.
Spike Lee realizza così un capolavoro strutturato sul perfetto utilizzo dei dialoghi, l’alternanza di stati d’animo drammatici, un climax attraverso il quale si arriva a prendere coscienza del reale sposandosi alla perfezione con l’impeccabile fotografia curata da Rodrigo Prieto. Il finale crudo e malinconico de La 25ª Ora riporta con i piedi per terra: per un lungo momento si ha sensazione del realizzarsi del consueto e stereotipato sogno americano, di un radioso futuro a venire ma, ben presto, il sogno si sfalda mostrandosi mera illusione, ciò che ci attende è solo dolore.