Django Unchained

Per Quentin Tarantino arriva il momento della messa in scena di un genere da lui particolarmente amato: realizzato ovviamente in quell’unica e rara chiave visiva che da sempre contraddistingue il regista, Django Unchained è un western capace di muoversi tra atmosfere pulp, umorismo, parodia e pieghe della storia.

Tarantino pare aver finalmente raggiunto la sua maturità artistica e, proseguendo lungo quella linea vendicativa che pare essere il filo rosso conduttore di gran parte dei suoi film, sceglie di elevare in primo piano la questione razziale americana ponendo l’accento sul sadismo dei bianchi.

Le oltre due ore di visione di Django Unchained si avvalgono non soltanto di una regia ed una sceneggiatura praticamente perfette ma anche di una fotografia sublime che sin dalle prime inquadrature è capace di trascinare lo spettatore in epoche lontane e cruente. La scelta del cast attoriale è come sempre uno dei punti di forza dei film di Tarantino e infatti anche in questo caso sono le splendide, rudi interpretazioni di Leonardo Di Caprio, Samuel L. Jackson e Christoph Waltz contribuiscono nettamente a tenere in piedi la pellicola.

In una mescolanza di generi, una predilezione all’eclettismo ed al gusto di muoversi sempre al limite Quentin Tarantino dirige un’articolata macchina visiva capace, ancora una volta, di mettere in luce un talento fuori dal comune.