Cosmopolis

Tratto dall’omonimo romanzo di Donald Richard DeLillo, Cosmopolis è prima di tutto un viaggio negli intricati labirinti della mente, nella psicologia deviata e perversa di un giovane miliardario che pare essere avulso dalle problematiche del suo tempo. La scelta del regista David Cronenberg, che potremmo definire inevitabile, è quindi quella di riportare sullo schermo interi dialoghi tratti proprio dal libro che si presentano quasi come monologhi di una mente malata e vuota generati all’interno di una lussuosa limousine.

La pellicola, che si apre tra le furibonde proteste che infiammano le strade di New York, si sviluppa nell’arco di una giornata durante la quale Eric Parcker ha come unico scopo quello di “tagliarsi i capelli”. Cosmopolis si presenta così come un viaggio che in realtà è metafora: la ricerca delle proprie radici, della propria morte, vissuta dall’interno di una psiche dolorosa, raggelante. Il film vede quindi sacrificata l’immagine e la fotografia in favore dei dialoghi e di una letteratura superiore anche se Robert Pattinson non sembra convincere del tutto in questo ruolo introspettivo.