American Beauty

Una commedia sui-generis, brillante e volutamente provocatoria: questo e molto altro ancora è American Beauty di Sam Mendes. Vincitore di ben 5 premi Oscar, il film parte da un assunto classico della cinematografia americana ponendo lo spettatore di fronte ad una tipica famiglia borghese che vive una vita apparentemente perfetta. Le iniziali atmosfere e sequenze volutamente perbeniste presto si frantumano lasciando spazio ad un realtà snervante e scioccante costruita attraverso i deliri, le reali frustrazioni di una coppia che ormai ha perso ogni contatto con la propria essenza. Aprendo gli occhi si ci trova lucidamente a contemplare una vita immensamente vuota, fatta di sogni ormai sopiti in favore di una materialità ed uno status sociale volutamente imposto.

Sam Mendes, regista visivo e di indubbio talento, riesce nell’impresa di confezionare un’opera che diviene poetica grazie all’utilizzo di inquadrature che sembrano capaci di mostrare quanto sta accadendo da un punto di vista puramente intimistico. La sceneggiatura brillante, provocatoria e mai scontata viene resa alla perfezione dal talento del cast attoriale: Kevin Spacey è sublime nell’interpretazione di Lester riuscendo ad incorporare in se stesso il significato dell’intero film, del crollo, dell’esplosione del proprio Io che in fondo vuol dire rinascita.

American Beauty è un vero e proprio affresco, un’indagine sapientemente condotta sulla crisi di mezza età, sulla perdita dei cardini fondamentali che tengono insieme una coppia, sul rapporto genitori-figli, insomma una commedia spietata e ammaliante capace di rappresentare ciò che si nasconde dietro una gran parte di vite apparentemente perfette.